L’Agenzia delle Entrate spiega cosa può accadere in presenza di errori nell’indicazione dell’Iva non corretti in tempo
Cosa accade se la fattura Superbonus errata non viene corretta in tempo? Lo spiega l’Agenzia delle Entrate con la risposta 146/2024.
Fattura Superbonus errata, il dubbio
Il condomino incaricato del condominio minimo ha spiegato che il 29 dicembre 2023 l’impresa che ha realizzato i lavori incentivati con il Superbonus ha emesso 3 fatture indicanti l’opzione dello sconto in fattura.
Dopo il 31 dicembre 2023 è stato riscontrato un errore, che il condomino ha chiesto di sanare per poter usufruire del Superbonus al 110%. L’impresa ha praticato lo sconto sul solo imponibile, omettendo quindi di addebitare l'IVA in rivalsa, mentre la normativa prevede che, ai fini dell’applicazione dello sconto in fattura, per corrispettivo dovuto deve intendersi il valore totale della fattura, al lordo dell’Iva.
L’indicazione delle date è fondamentale. Ricordiamo infatti che dal 1° gennaio 2024 l’aliquota della detrazione è scesa al 70%.
Cosa accade con una fattura Superbonus errata
L’Agenzia ha risposto che, come più volte ribadito, per le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, e gli enti non commerciali, in applicazione del criterio di cassa, le spese si intendono sostenute alla data dell'effettivo pagamento.
In caso di sconto ''integrale'' in fattura (e, dunque, in assenza di un pagamento), occorre fare riferimento alla data di emissione della fattura da parte del fornitore.
Analizzando il caso pratico, l’Agenzia ha rilevato che l’impresa, dopo aver riscontrato l’errore, ha emesso nuove fatture, con data 29 dicembre 2023, ma trasmesse allo SdI il 27 marzo 2024, quindi oltre i termini consentiti per sanare l’errore.
L’Agenzia ha concluso che le fatture devono considerarsi emesse il 27 marzo 2024, quindi l’aliquota della detrazione, e l’importo che potrà essere oggetto di sconto in fattura, ammonta al 70% del prezzo pagato.
Fonte: Edilportale