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Imposte di successione e registro: precompilata e calcoli fai da te


Donne che analizzano documenti


In Consiglio dei ministri il dodicesimo decreto attuativo della riforma dedicato alle indirette. Niente prelievo per i trasferimenti di azienda in famiglia con il controllo mantenuto per 5 anni


Sull’imposta di successione, di donazione e di registro il Governo prova a giocare la carta della semplificazione. Con il dodicesimo decreto attuativo della delega fiscale, atteso all’esame preliminare del Consiglio dei ministri di questa mattina, l’obiettivo è di provare a lasciare ai contribuenti i calcoli delle imposte dovute (seppure con qualche eccezione) e lasciare al successivo controllo degli uffici dell’amministrazione finanziaria la verifica sulla correttezza di quanto versato dai contribuenti. Allo stesso tempo sulle successioni si apre la strada alla dichiarazione precompilata. Un passaggio graduale che partirà dalla riduzione della documentazione da allegare alla denuncia, eliminando le indicazioni degli estratti catastali relativi agli immobili e il certificato dei pubblici registri con l’indicazione degli elementi per individuare le navi e gli aerei. Un’operazione semplificazione che si estende anche ai trasferimenti di azienda in ambito familiare in cui l’agevolazione da tassazione viene vincolata al mantenimento della posizione di controllo o titolarità della quota. In particolare, nel caso di trasferimento di azienda o di un ramo, il beneficio spetta a condizione che l’attività sia proseguita per un periodo non inferiore a cinque anni dal trasferimento. Mentre in caso di trasferimento di quote e azioni di società di controllo, i beneficiari devono mantenere il controllo per non meno di cinque anni.


Il decreto delegato diventa anche l’occasione per arrivare a una disciplina più organica dei trust, in modo da allinearla anche alle indicazioni che sono arrivate dalla giurisprudenza e dalle interpretazioni di prassi dell’agenzia delle Entrate. Viene delineato in questo caso un meccanismo che punta a premiare il versamento anticipato, ossia al momento del conferimento dei beni o all’apertura della successione. Un meccanismo che, da un lato, consente ai contribuenti una maggiore programmazione fiscale e, dall’altra, offre all’Erario la certezza dell’incasso anticipato. In questo caso, l’imposta è determinata con riferimento al valore dei beni al momento del conferimento e al rapporto esistente tra disponente e beneficiario in tale momento e, qualora i beneficiari non siano individuati, si applica l’aliquota più elevata senza tener conto franchigie. Per evitare incertezze interpretative sugli effetti del pagamento anticipato, è previsto che l’imposta pagata dal disponente o dal trustee in sede di dichiarazione di successione deve considerarsi pagata a titolo definitivo e non è restituita neanche nei casi in cui non si realizzi il trasferimento a favore del beneficiario. La possibilità di opzione per il pagamento anticipato dell’imposta è estesa anche ai trust già costituiti in modo da garantire una parità di trattamento.


Ma, come anticipato, uno dei principali passi in avanti è rappresentato dalla semplificazione fortemente voluta dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo sul calcolo e sulla dichiarazione dell’imposta di successione. Entra, infatti, come principio (che riguarda anche l’imposta di registro) l’autoliquidazione. In particolare per le successioni, il decreto delegato stabilisce che il pagamento dell’imposta autoliquidata debba avvenire entro 90 giorni dal termine della presentazione della dichiarazione. Nel riordino l’imposta autoliquidata diventa quella «principale». L’eventuale intervento di rettifica o di accertamento del Fisco determina un’imposta «complementare». Questo porterà alla cancellazione dell’imposta «suppletiva», che viene nei fatti sostituita dall’importo rideterminato dall’ufficio.


Il decreto, poi, fa proprio in tempo quasi reale il principio espresso dalla Cassazione sulle donazioni indirette: il prelievo più elevato dell’8% scatta solo se la liberalità risulta da dichiarazioni reso in procedimenti di accertamento. Mentre qualora le liberalità indirette siano registrate volontariamente tornano applicabili le aliquote e la franchigie. Inoltre sono esenti da imposta di donazione le liberalità d’uso (come nel caso dei regali di Natale o le mance).


Fonte: Il Sole 24 Ore

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