La frenata dei bonus casa ha impatti sui fatturati 2023 delle imprese impiantistiche
Caldaie, climatizzatori e pompe di calore in calo, a trainare in negativo nel 2023 tutto il settore della meccanica e dell’impiantistica legata all’edilizia. Con una perdita complessiva nella produzione di quasi 700 milioni di euro (-4,7%).
Sono i dati appena elaborati dall’Ufficio studi di Anima Confindustria, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare: dopo la grande annata del 2022, l’anno scorso ha segnato un riassestamento del mercato su livelli più bassi. Soprattutto a causa dello stop a cessione del credito e sconto in fattura; il Governo li ha vietati da metà febbraio dello scorso anno, togliendo al settore un’importante leva commerciale.
I numeri fotografano l’andamento del mercato di caldaie, climatizzatori, pompe di calore, rubinetti, valvole per l’edilizia, tecnologie per il trattamento domestico dell’acqua, sistemi di pompaggio. E dicono che questi comparti hanno registrato nel 2023 una produzione di poco superiore a 13,9 miliardi di euro, in calo del -4,7% rispetto ai circa 14,6 miliardi registrati nel 2022. Questa percentuale fa riferimento alle tecnologie nel loro insieme e non distingue tra prodotti che hanno avuto performance molto diverse. In alcuni settori, infatti, la flessione è stata superiore al 10 per cento.
Succede per la voce che raggruppa, tra gli altri, condizionatori e pompe di calore: rispetto all’anno precedente perde l’11,6 per cento, pari a 250 milioni di euro. Un andamento quasi identico a quello della voce relativa agli impianti termici, nella quale ci sono le caldaie: in questo caso il calo è dell’11,4 per cento ed equivale a 420 milioni in meno. In totale, quindi, solo questi due settori perdono poco meno di 700 milioni. Anche se va detto che, in entrambi i casi, il 2022 era stato caratterizzato da una crescita importante, superiore a 20 punti. Tengono, invece, meglio valvole e rubinetteria, che rappresentano un pezzo rilevantissimo di questa filiera: nel 2023 restano stabili sui livelli dell’anno precedente, con una produzione di circa 9,3 miliardi. La flessione dei fatturati, in generale, si accompagna con il relativo calo anche delle esportazioni: nel 2023, complessivamente, siamo a -2,4% rispetto all’anno precedente, pari a poco più di 200 milioni.
A spiegare il senso di questi numeri è il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli: «L’andamento negativo evidenziato dall’Ufficio Studi di Anima è da ricondurre a diversi fattori concomitanti. In primo luogo, il calo è una conseguenza indiretta del progressivo ridimensionamento dei bonus edilizi, con lo stop a cessione del credito e sconto in fattura». A questo «si aggiungono - continua Nocivelli - la perdita di potere d’acquisto delle famiglie, la progressiva carenza di liquidità di migliaia di imprese, l’enorme massa dei “crediti incagliati” legati alla fruizione dei bonus edilizi». La difficoltà incontrata nel monetizzare questi crediti, infatti, ha privato le imprese di liquidità preziosissima.
Il consuntivo di questi giorni arriva dopo che, a ottobre del 2023, Anima Confindustria aveva già anticipato l’esito negativo che avrebbero avuto sul mercato alcune scelte politiche. «Ciò che abbiamo detto alla fine del 2023 insieme ad altre associazioni di categoria - conclude Nocivelli - va ribadito anche oggi: è fondamentale rilanciare il settore dell’impiantistica edilizia, che rappresenta una parte importante dell’economia italiana, sia per salvaguardare i molti posti di lavoro del settore, sia per valorizzare l’eccellenza tecnologica italiana, capace di percorrere la strada verso la transizione energetica e sostenibile coltivando la migliore innovazione. Non dimentichiamoci, inoltre, che il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del 2030 passa proprio dall’ammodernamento del parco edilizio a livello nazionale».
Fonte: IlSole24Ore