Bonus casa ridotti: perché aumentano evasione fiscale e lavori in nero
- Agefis
- 16 lug
- Tempo di lettura: 3 min

La riduzione dei bonus casa al 36% sta riaprendo la porta all’evasione fiscale nel settore dell’edilizia, soprattutto per i piccoli interventi come condizionatori, infissi e caldaie. Un ritorno al passato che potrebbe costare al sistema fino a 10 miliardi di euro l’anno. In questo articolo vediamo perché il taglio delle agevolazioni sta favorendo il nero, quali dati lo dimostrano e cosa chiedono le associazioni di categoria.
Qual è il legame tra bonus edilizi e lotta all’evasione fiscale?
Le detrazioni fiscali elevate riducono l’evasione perché incentivano i cittadini a chiedere fattura. Quando il bonus è basso (come l’attuale 36%), il vantaggio fiscale non è sufficiente a rendere conveniente la legalità rispetto allo sconto immediato in nero.
Negli anni dell’ecobonus e del superbonus al 110%, le detrazioni hanno spinto i cittadini a uscire dal sommerso: tra 2011 e 2022, il mercato delle ristrutturazioni è passato da 15-19 miliardi a circa 30 miliardi. Il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito ha reso accessibili anche interventi strutturali, stimolando trasparenza e legalità. Oggi, con il ritorno al 36% e la fine delle opzioni alternative, il rischio di evasione torna ad aumentare.
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Quali dati dimostrano l’aumento del rischio di lavori in nero?
Nel primo quadrimestre 2025, gli investimenti agevolati sono calati del 16%, con un buco potenziale di 10 miliardi annui. Il dato emerge dalle ritenute sui bonifici parlanti analizzate dalla CNA.
Il confronto è chiaro: da 11,5 miliardi di lavori con bonus nei primi 4 mesi del 2024 si è passati a circa 9,6 miliardi nel 2025. La tendenza suggerisce non solo una contrazione della domanda, ma anche uno spostamento nel sommerso. Secondo CNA, questa dinamica replica quanto accaduto nel 2011-2012, quando lo sconto al 36% favoriva il nero. Le agevolazioni più elevate (fino al 65%) avevano fatto emergere fino a 15 miliardi in più ogni anno.
Perché i piccoli lavori sono i più esposti all’evasione?
I lavori su seconde case o di manutenzione leggera sono difficili da controllare e meno incentivati fiscalmente. Di conseguenza, diventano il terreno ideale per il lavoro in nero.
Installare un condizionatore, cambiare una caldaia o sostituire infissi sono esempi tipici. Il bonus fiscale su 1.000 euro di spesa equivale a 36 euro l’anno per dieci anni, mentre lo sconto immediato offerto da un’impresa “senza fattura” può superare i 250 euro. Inoltre, il rischio di controlli è basso: i piccoli interventi si comunicano solo al Comune e spesso sfuggono al radar dell’Agenzia delle Entrate.
I margini economici del lavoro in nero
Voce evitata con il lavoro in nero | Percentuale / Valore Stimato |
IVA | 10% o 22% |
Imposte sui redditi (IRES o IRPEF) | 24% - 35% |
Ritenuta d’acconto su bonifico parlante | 11% |
Contributi previdenziali su manodopera | variabile |
Quali soluzioni propongono le associazioni di categoria?
Serve una riforma dei bonus edilizi che riprenda gli elementi vincenti del passato: detrazione alta, cessione del credito e sconto in fattura. Incentivi insufficienti espongono al rischio evasione e peggiorano la sicurezza dei cantieri.
Secondo Ance, CNA, Assotermica e Confartigianato, occorre tornare a un sistema incentivante sotto almeno tre profili:
Convenienza fiscale reale: il bonus deve essere preferibile al nero.
Meccanismi di fruizione semplificati: come sconto in fattura o cessione del credito.
Obiettivi multipli: sostenibilità, legalità, occupazione.
Impatto sulla regolarità occupazionale
Nel periodo 2019–2022, con bonus elevati, l’occupazione irregolare in edilizia è calata dal 15,5% al 12,4%, secondo Istat. Un calo superiore rispetto alla media economica (-2,3%). Il bonus, quindi, non solo stimola investimenti, ma rafforza il lavoro regolare.
FAQ – Domande frequenti su bonus casa e evasione fiscale
Quanto vale il bonus casa nel 2025?
Il bonus ordinario è al 36% su dieci anni, valido anche per seconde case.
Per quali interventi si rischia più evasione?
Installazione di condizionatori, caldaie, infissi, manutenzioni leggere, soprattutto su seconde case.
Cosa propone CNA?
Riformare i bonus includendo detrazione più alta, cessione del credito e sconto in fattura, per combattere il nero.
Qual è la perdita stimata per lo Stato?
Fino a 10 miliardi l’anno di lavori che potrebbero finire nel sommerso.
L’evasione fiscale è aumentata con il taglio del bonus casa?
Sì. Il minor vantaggio fiscale rende meno conveniente la fattura, aumentando l’evasione fiscale bonus casa, soprattutto nei lavori su seconde case o interventi leggeri.